giovedì 2 settembre 2010

Uscire

Succede che dopo mesi e mesi di nero assoluto, lentamente le cose inizino a normalizzarsi.
Che la voce di mia madre torni a procurarmi solo una sana dose di fastidio e insofferenza, e non crisi isteriche, rabbia, pianto e attacchi di panico.
Che la voragine che ho avuto a pochi millimetri dai piedi fino a poco fa, si sia spostata. Non troppo lontano, ma quanto basta per permettermi di girare un po' la testa, così da non averla sempre sotto gli occhi.
Succede insomma che stia tentando di uscire dal mio rassicurante guscio di angoscia e drammi interiori, come una lumaca che stiracchia i cornini dopo un acquazzone estivo.

Il mio ritorno alla vita però non è stato esattamente l'ingresso trionfale che mi ero prefigurata: niente tappeto rosso, tanto per dirne una.
E' tutto molto faticoso, alienante e a tratti terrorizzante, e ti fa capire che il mondo non se ne sta lì ad aspettare il tuo rientro col fiato sospeso, ma tende piuttosto ad andare avanti facendosi i fatti suoi.
Mi sono ri-infilata in una me stessa della quale, sinceramente, ricordo a malapena i comandi di base: una che non sa più come si risponde a tono a una battuta, che si distrae durante le chiacchiere di gruppo, che vorrebbe dire una cosa, ma forse non è il caso, ma si dai è divertente...ormai il momento è passato, non la dico più.
Una me stessa che si dimentica della persona con cui sta parlando nel momento in cui ci sta parlando, con esiti disastrosi.
Una che fatica a distinguere seghe mentali e realtà, che si sente sempre come se si fosse infilata le mutande al contrario e che passa gran parte del tempo a patteggiare col desiderio di fuggire di nuovo nel suo guscio buio e angusto, al calduccio.
Infine, una me stessa improvvisamente incapace di comunicare con le persone a cui tiene, e di stare vicino nel modo giusto a chi, bene o male, se l'è sopportata in tutti questi mesi di follia senza fuggire a gambe levate, cosa che qualunque persona con istinto di sopravvivenza avrebbe fatto.
Il fatto è che a furia di sentirmi goffa e inadeguata, lo sono diventata per davvero.

4 commenti:

  1. che piacere questo post!
    sai, io mi sono sentita goffa per una vita, conosco bene quella sensazione: lo dico, non lo dico, lo dico...azz, ormai non lo dico più.

    pian piano!
    vai e spacca tutto!

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  2. Alèèè bentornata! <3
    Penso che siano ben pochi i fortunati con mega autostima che fanno sempre il commento giusto al momento giusto eccetera eccetera.
    Io per esempio sono rientrata ieri e sono già stressata marcia: ho da preparare un esame, sabato devo tenere una conferenza e sto per fissare il colloquio più importante della mia vita...tutto questo senza tener conto di amici, parenti e del ricominciare del lavoro e dello sport...aiutoooooooo!

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  3. Come ti capisco...
    So che il guscio di cui parli è sempre molto rassicurante ed è normle che venga voglia di rientrarci, ma (eccezion fatta per qualche sporadico caso): rientrarci è bene, NON rientrarci è MEGLIO!
    Perchè fuori c'è tutto un mondo da scoprire, persone da incontrare, emozioni da sperimentare ed esperienze da vivere che... sì, all'inizio ti spaventano un po' e vorresti tirarti indietro, però alla fine vai avanti. Fino a quando della voragine non resterà che il ricordo...
    Think positive!

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  4. WELCOME TO THE REAL WORLD.

    Non sei mai inadeguata, stai solo crescendo più velocemente del mondo che ti circonda.

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