giovedì 11 febbraio 2010

Le insidie del touch-screen, e altre storie.

Io sono una persona che si affeziona parecchio alle cose.
Fatico a staccarmi da jeans ormai lisi e sdruciti, da scarpe da ginnastica che cadono a pezzi, dai libri cartonati di quando avevo 2 anni. Al liceo ero affezionata al mio banco quasi più che alla mia compagna di banco, conservo ancora l'astuccio e le penne usate per 5 anni e ho avuto una crisi isterica quando ho scoperto che mia madre aveva regalato alcune delle mie vecchie bambole (le quali, per intenderci, vivevano da anni in uno scatolone in cantina, lontane dai miei occhi e dal mio cuore).
I cambiamenti forzati mi inquietano, mi turbano, mi trasmettono un profondo senso di disagio. Come un solletico alla bocca dello stomaco. Le novità, a meno che non le stabilisca io, mi mettono ansia.

Vi lascio immaginare la mia disperazione quando, pochi mesi fa, il cellulare che era stato mio compagno di vita per quasi 5 anni, si è spento in un tenue lampeggio e non si è più riacceso.
Non era un gran cellulare. Era un modello mediocre già 5 anni fa.
Ma era pratico, piccolo e comodo. Aveva funzionalità semplici, forme morbide e gentili, colori tenui e gradevoli. E soprattutto era meravigliosamente familiare. Potevo usarlo ad occhi chiusi, con le mani legate dietro la schiena. Potevo riconoscere la sua vibrazione tra mille e a scrivere un messaggio impiegavo 4 secondi netti.
La sua prematura dipartita ha lasciato in me un vuoto incolmabile.

Ho iniziato a vagare per negozi e centri commerciali sperando di trovarne uno uguale: volevo lo stesso modello e lo stesso colore. Niente di più e niente di meno.
Disgraziatamente la ricerca non ha portato alcun risultato: il mio cellulare era talmente obsoleto da essere ormai scomparso da qualsiasi catalogo.
Così mi sono rassegnata a cercarne uno nuovo, che magari fosse simile e della stessa marca, per mantenere viva almeno la sua memoria.
Quello che ho scelto alla fine, dopo aver scartato centinaia di modelli dalle dimensioni spropositate, dai prezzi esorbitanti, dalle funzioni imprevedibili, dai colori imbarazzanti, dalle forme spigolose, dalle tastiere sconfinate, non gli somiglia per niente.
Ma almeno è piccolo, ha forme arrotondate e armoniche e un colore che mi sta simpatico.

...Peccato per il terrificante dettaglio che al momento dell'acquisto ho ingenuamente sottovalutato: il touch-screen.
Infido accessorio assai fashion al momento, ma dalle isidie imprevedibili.
Ancora oggi, a distanza di mesi, faccio fatica a scorrere la rubrica senza chiamare persone a caso, a scrivere un sms ci metto dai 35 ai 50 minuti e riattacco a tradimento durante le telefonate, semplicemente sfiorando lo screen con l'orecchio.

Questo gioiellino prevede anche una funzione di sicurezza super avanguardistica: in pratica tu scegli una lettera a piacimento e insegni al tuo telefonino a sbloccarsi solo e quando tu, col tuo ditino, tracci sullo schermo la letterina magica.
Io ci ho provato:  ho scelto la lettera più semplice del mondo (la I) e piena di fiducia ho lasciato che il telefono si spegnesse.
Ho trascorso i successivi 3 giorni tentando inutilmente di tracciare col dito una I convincente, che persuadesse il mio diffidente cellulare ad accendersi per me.
Ancora oggi mi chiedo cosa sarebbe successo se, per puro virtuosismo, avessi scelto la K!

6 commenti:

  1. Samsung?
    babbo natale ti regala un Nokia, va.


    Come sempre scritto divinamente.

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  2. No i nokia no, sono spigolosi e sgraziati.
    Mi stanno proprio antipatici a pelle, è una questione di principio!

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  3. ;) le questioni di principio.... :)

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  4. Vuoi più bene al banco che a me? BUAAAAAAAA, sniff sob sigh ç_ç
    Lo sapevo io che nessuno mi vuole bene tranne il martire e i miei pelouches!

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  5. Ho scritto "quasi"...e comunque il mio banco lo amavo davvero moltissimo, non hai certo di che lamentarti! XD

    Aspettavo il tuo commento da un momento all'altro!

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  6. Se amavi tanto il banco potrei anche asciugarmi la lacrimuccia...XD

    Vado a fare la cioccolata di san valentino per il martire, prevedo disastri!

    Lichtentsein o come si scrive mi ispira!

    Il tuo blog è sempre figo, il mio sta decadendo, spero di risollevarlo con il sondaggio papa contro gothic lolita XD

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